mercoledì 1 dicembre 2010

Occhi aperti

Che poi mi domando e chiedo: perché quando preghi e imprechi guardi il cielo? Chi te lo dice a te che il Grande Capo sta lassù? Chi ti assicura che mentre guardi le nuvole, lui non ti sta sotto, di lato, di profilo, di treqquarti? Che ne sai che mentre lo cerchi chissà dove, lui non ti fa le facce da dietro? O lo sgambetto? O la linguaccia? O il solletico con una piuma?

D'altronde sai che duepalle a guardare sempre dall'alto. Le teste della gente non son poi così interessanti. Una volta che hai capito come quello porta la scrima. Che quello ha il suo bel riporto da ormai vent'anni, raccontandola e raccontandosela. Che i soldi che l'altro ha buttato nel trapianto non son serviti a niente ed era meglio che li dava al gatto insieme alle crocchette. Che con quella lacca la chioma non fa una piega. Che la chierica non è per soli frati. E che quel nuovo gel ne ammazza più lui di capelli che una calibro 38 puntata alla testa. Voglio dire, Dio mica farà il parrucchiere. Cacchio gliene frega. Neanch'io ci starei lassù, se fossi in lui. Magari la sera, quando tutto è buio è pure rilassante. Tipo dalle 10.30 alle 1. Giusto il tempo di perdersi Porta a Porta. Però poi basta. E poi, detto tra noi, non s'è mai sentito che l'Altissimo/Purissimo/Lietissimo abiti nella soffitta di chi lo prega. Anzi. Vuoi che non abbia una villetta a schiera vista Eden?

Io. Fossi in te. Mi guarderei le spalle.

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